Grazie a Giovanni Moro, Rocco d’Ambrosio e Piero Ricci. La democrazia e la cittadinanza sono dinamiche in trasformazione, vivono la crisi, i conflitti nella loro pluralità. E’ importante come reagiscono e partecipano i cittadini. Importante è la capacità di osservazione e valutazione delle situazioni.
Cittadinanza come «password» per guardare ai fenomeni sociali. È questo il nocciolo del dibattito affrontato giovedì scorso, 9 luglio, nella sede virtuale del secondo appuntamento del Festival per la Legalità insieme agli ospiti d’onore, Giovanni Moro e Rocco D’Ambrosio.
La realtà piombata addosso con la pandemia da Coronavirus ha generato una diffusa paura del futuro, dalla quale è scaturito «un abbandono dell’io verso il percorso del noi». La stragrande maggioranza degli italiani ha, infatti, seguito pedissequamente le regole imposte, sebbene nella difficile gestione dell’emergenza sanitaria si possano, ad oggi, rilevare non poche falle, come quella legata alle modalità di comunicazione nella divulgazione dei quotidiani bollettini epidemiologici.
Si è assistito inoltre, secondo il sociologo Giovanni Moro, a «un’amministrativizzazione della cittadinanza» in cui, cioè, gli atti di governi sono stati predisposti seguendo una logica amministrativa.
Il lockdown degli scorsi mesi ha comportato «una privazione dei luoghi, come se fossero stati strappati e non ancora del tutto restituiti», osserva Rocco D’Ambrosio, politologo dell’Università Gregoriana. Un segno profondo che ha accentuato una «fragilità non solo degli spazi fisici ma anche delle relazioni che per alcuni versi si sono svuotati».