INCONTRI, ITINERARI, INTRECCI – Reading Poetico

La comunità letteraria dei Poeti de La Vallisa, con É Fatto giorno APS, Pro Loco Unpli Terlizzi e il Patrocinio del Comune di Terlizzi, è lieta di presentare l’evento culturale “INCONTRI, ITINERARI, INTRECCI. Reading Poetico”.

L’iniziativa si terrà il 25 gennaio 2024, alle ore 18, presso la Sala Consiliare del Comune di Terlizzi, situata in Corso Vittorio Emanuele II, 26.

L’evento culturale promette di essere un momento di condivisione e riflessione, un’occasione unica per immergersi nelle profonde emozioni della poesia e per celebrare la ricchezza culturale di del territorio attraverso le voci dei suoi poeti.

La serata vedrà l’introduzione di Daniele Giancane, già Docente di Storia e Letteratura per l’infanzia nonché direttore della rivista di poesia “La Vallisa”.

La serata si aprirà con i saluti istituzionali del Sindaco Michelangelo de Chirico, dell’Assessora alla Cultura Daniela Zappatore e del Presidente Pro Loco Terlizzi Franco dello Russo, che sottolineeranno l’importanza di iniziative culturali come queste nel tessuto della comunità locale.

L’incontro sarà arricchito dagli interventi dei poeti della comunità letteraria La Vallisa, tra cui spiccano nomi come Margherita Bufi, Rosa Costantino, Maurizio De Giglio, Silvia De Luca, Giuseppina Girasoli, Luigi Lafranceschina, Beatrice Lippo, Loredana Lorusso, Marta Mazzone, Monica Messa, Roberta Positano, Angelo Rocco Stano, Alessandro Zaffarano e Giuseppe Zilli.

Inoltre, la serata accoglierà gli interventi dei poeti locali Francesco Cagnetta, Vito de Leo, Mihaela Feiduc e Pasquale Vitagliano, che porteranno il loro contributo alla ricchezza e diversità di voci presenti.

L’evento rientra nell’ambito del progetto “Leggere la legalità”, finanziato dalla Regione Puglia con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La poesia diventa così veicolo di messaggi e riflessioni sulla legalità, contribuendo a promuovere una cultura di impegno civico e rispetto dell’altro.

La Cittadinanza è Invitata

Nicola Vacca presenta “Libro delle Bestemmie” con Marco Saya Edizioni

È con grande entusiasmo che annunciamo il ritorno di Nicola Vacca, poeta, critico e saggista pugliese e di adozione campana, con la sua nuova opera “Libro delle Bestemmie”, pubblicato dalla prestigiosa casa editrice milanese Marco Saya Edizioni. L’ispirazione di Vacca, derivante dalle “Lettere a Cioran”, guida questo nuovo viaggio letterario che si presenta come un breviario laico ed eretico, una raccolta di poesia civile che sfida il conformismo e il consumismo della società contemporanea.

In “Libro delle Bestemmie”, Nicola Vacca si erge come voce critica contro i devoti che “indossano il divino come paracadute”, contro gli uomini ignavi che “hanno paura della libertà”, individuando in essi la radice del male del mondo. L’autore si scaglia contro la società conformista, mettendo in risalto l’urgente necessità di una rivolta, un gesto senza senso in una realtà crepata. La poesia di Vacca è un’invettiva contro i “servi ciechi della parola di dio”, che, secondo il poeta, sono servi che “non vogliono pensare”, nati solo per servire e destinati a morire servi.

Le parole di Vacca, a tratti ritenute “blasfeme”, nonostante possano disturbare i credenti più ortodossi, sono un inno alla libertà e un grido d’allarme contro la deriva del mondo. Come afferma l’editore, la poesia di Vacca rappresenta un’urgenza per indignarsi di fronte all’attuale stato delle cose. In un mondo reso sporco dalla paura degli uomini di vivere, che si sono inventati un dio per giustificare la loro vigliaccheria, Nicola Vacca individua l’origine del male che affligge la società contemporanea.

“Libro delle Bestemmie” si inserisce nel solco di una lunga tradizione di pensiero filosofico e letterario, riecheggiando le conclusioni di pensatori come Nietzsche e Schopenhauer, che, ognuno a suo modo, ha affrontato la questione della sofferenza umana e della presunta scortesia divina.

L’evento di presentazione del libro vedrà la partecipazione di Nicola Vacca. Dialogheranno Francesco Cagnetta e Gianpiero Berardi.
Introdurrà Pasquale Vitagliano.

Non perdete l’opportunità di essere parte di questa straordinaria serata, un’immersione nelle profondità della poesia civile di Nicola Vacca.

L’evento rientra nell’ambito del progetto “Leggere la legalità”, finanziato dalla Regione Puglia con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La poesia diventa così veicolo di messaggi e riflessioni sulla legalità, contribuendo a promuovere una cultura di impegno civico e rispetto dell’altro.

La Cittadinanza è Invitata

Presentazione Progetto 12/01/2024

É Fatto giorno APS è lieta di presentare alla cittadinanza il progetto “Leggere la Legalità”, un’iniziativa culturale e letteraria che si propone di esplorare il tema della legalità, dei diritti e della giustizia sociale attraverso una serie di appuntamenti culturali e letterari.

In questa serata speciale, che si terrà il 12 gennaio 2024 alle ore 19.30 presso la libreria “Le Città Invisibili-Mondadori point”, vi invitiamo a partecipare numerosi per scoprire in dettaglio le attività e gli eventi che caratterizzeranno il nostro progetto nel corso del 2024 e fino all’appuntamento della XIII Edizione del Festival per la Legalità.

Saranno presentate iniziative culturali e laboratori letterari pensati per coinvolgere attivamente la cittadinanza, promuovendo la riflessione su temi di fondamentale importanza per la nostra comunità.

Durante l’evento, avremo il piacere di consegnare i libri proposti nel contest “Letto e Parlato”, una stimolante iniziativa che ha catturato l’attenzione dei lettori sui nostri canali social, c’è tempo fino al 11 gennaio per partecipare!

Sarà l’occasione ideale per discutere, condividere opinioni e contribuire a creare una comunità sempre più consapevole e impegnata. L’invito è aperto a tutti i cittadini, agli amanti della lettura e a coloro che desiderano conoscere da vicino il progetto “Leggere la Legalità”.

Siete invitati a portare le vostre idee, condividere le vostre opinioni e contribuire a rendere questo progetto un successo collettivo.

Vi aspettiamo il 12 gennaio 2024 per una serata dedicata alla cittadinanza attiva, quindi all’impegno civile che ognuno di noi può mettere in campo per costruire una comunità sempre più coesa e solidale.

Per ulteriori informazioni, contattate É Fatto giorno APS all’indirizzo email festivalperlalegalita@gmail.com o seguici sui nostri canali social.

Un Contest per la Promozione della Lettura e della Legalità

Benvenuti a “Letto e Parlato”, il contest che unisce la scoperta di nuovi libri con la ghiotta opportunità di averli in regalo!

Da domani 28 dicembre e fino all’8 Gennaio, in una serie di videointerviste, un ospite speciale per puntata avrà il compito di consigliare un libro a un tipo specifico di lettore, creandone un vero identikit, costruendo così una connessione unica tra il racconto e il suo destinatario ideale.

Vuoi ricevere in regalo il libro proposto dall’ospite? È semplice!

Metti un mi piace, commenta e condividi il video dell’intervista che ti ha colpito! E racconta nei commenti un po’ di te: una tua connessione personale con il tema del libro consigliato.

Ogni mi piace +commento+ condivisione è un biglietto d’ingresso per partecipare all’estrazione che assegnerà in dono il libro suggerito.

“Letto e Parlato” è più di una semplice serie di interviste; è un invito a esplorare mondi emozionanti attraverso la sensibilità di ospiti appassionati, scoprendo la propria connessione con storie inaspettate e… magari essere premiati con un dono speciale.

Il contest comincia il 28 dicembre e termina l’11 gennaio alle ore 23:59.

Ricordati di fare tutte le azioni richieste: i vincitori saranno sorteggiati tra chi le ha portate a termine e contattati tramite messaggio privato dalla nostra pagina ufficiale È Fatto Giorno APS – Festival per la Legalità.

Il giorno 12 gennaio si terrà l’evento di consegna dei libri in regalo e la presentazione del progetto “Leggere la legalità”!

“Letto e Parlato” è un’occasione in più per soddisfare la tua sete di storie e avventure letterarie. Lasciati ispirare da ogni pagina che gireremo insieme. 🚀

Per ulteriori informazioni e partecipazione, vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti su www.festivalperlalegalita.it , sui canali social Facebook e Instagram

Il progetto “Leggere la legalità” è finanziato dalla Regione Puglia con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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Poesie per la Pace – Reading Poetico

Nel contesto di una società spesso tumultuosa, in cui le sfide e le tensioni sono all’ordine del giorno, un gruppo di poeti appassionati si unisce per offrire un’esperienza poetica unica e riflessiva. Con il titolo “Poesie per la Pace”, l’evento si propone di trasmettere un messaggio di armonia e comprensione attraverso le parole ispirate di noti poeti contemporanei e degli artisti presenti.

Gianpiero Berardi, Nicola Cafagna, Francesco Cagnetta, Vito de Leo, Luciana De Palma, Lucia Diomede, Mihaela Feiduc, Federico Lotito, Vincenzo Mastropirro, Gianni Antonio Palumbo, Pasquale Vitagliano e Vincenza Di Schiena sono i talentuosi poeti che offriranno le loro composizioni, intrecciando parole e sentimenti per plasmare un tessuto di pace e speranza.

“Poesie per la Pace” è un’occasione unica per immergersi nella bellezza delle parole e scoprire come la poesia possa diventare una potente fonte di riflessione e ispirazione. I partecipanti presenteranno le proprie opere che si focalizzano sul tema universale della pace.

L’evento si svolgerà in un’atmosfera rilassata e accogliente, offrendo al pubblico l’opportunità di connettersi con le emozioni e le prospettive uniche di ciascun poeta. Dalle poesie che esplorano il conflitto e la risoluzione alla celebrazione della diversità e dell’unità, ogni parola pronunciata sarà un passo verso una comprensione più profonda e un mondo più pacifico.

É Fatto Giorno APS, consapevole del potere della parola come veicolo di cambiamento, intende trasformare questa serata in un momento di contemplazione e consapevolezza. Condividendo poesie che abbracciano la bellezza della pace e la complessità del nostro mondo, gli artisti si propongono di ispirare il pubblico a riflettere sul proprio ruolo nella creazione di una società pacifica e inclusiva.

L’evento “Poesie per la Pace”, un’occasione imperdibile per immergersi nell’atmosfera pacifica e rigenerante evocata dalle poesie, si terrà il 28 dicembre 2023, alle ore 18:30, presso la suggestiva Chiesa Madonna di Costantinopoli di Terlizzi, situata in Via Gioacchino Gesmundo.

L’evento rientra nel progetto “Leggere la legalità” che è finanziato dalla Regione Puglia con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

“Leggere la Legalità” – Avviso PCS 3.0 – Regione Puglia

L’Associazione É Fatto Giorno APS è lieta di presentare il progetto “Leggere la Legalità”! Questa iniziativa si propone di promuovere l’educazione alla legalità, concentrandosi sulla comprensione della natura e della funzione delle regole nella vita sociale, i valori civili, la democrazia e l’esercizio dei diritti di cittadinanza.

Riconosciamo che per i cittadini, soprattutto i più giovani, accettare e comprendere il mondo delle regole rappresenta un percorso spesso difficile. La mancanza di figure di riferimento e la mancanza di mediazioni simboliche credibili possono portare a sensazioni di smarrimento e solitudine, alimentando la tendenza all’isolamento e all’individualismo. In risposta a questa sfida, il Terzo Settore ha un ruolo cruciale nel guidare i cittadini, specialmente i giovani, verso una consapevolezza civica e una comprensione che la legalità è un’opportunità per costruire un futuro significativo.

Il progetto “Leggere la Legalità” si propone di consolidare l’impegno di É Fatto Giorno APS nella promozione del rispetto delle regole e nella partecipazione attiva dei cittadini alla vita della propria comunità. In un contesto segnato dalle fratture sociali provocate dalle pandemie, riteniamo fondamentale rafforzare l’identità socio-culturale attraverso un programma annuale di iniziative incentrate sulla promozione della lettura negli spazi culturali della città.

L’iniziativa si coniuga con l’Educazione Civica, sottolineando che l’educazione alla lettura è uno strumento di conoscenza fondamentale che favorisce la crescita individuale e civica. Incentivando il volontariato e coinvolgendo animatori ed educatori, intendiamo promuovere la lettura e la legalità, avvicinandoci agli strumenti e alle proposte offerti dal territorio.

Il calendario di appuntamenti letterari dedicati ai diritti includerà presentazioni di libri, laboratori letterari e reading poetici. L’educazione alla cittadinanza avverrà attraverso incontri con testimoni di cittadinanza e esperienze vissute, ispirando a svolgere un ruolo positivo nella società e ad assumersi responsabilmente i compiti che questo implica.

Il progetto darà spazio a temi e autori vicini ai giovani, con l’obiettivo di coinvolgere le nuove generazioni nella vita culturale della città. Attraverso iniziative educative e artistiche, miriamo a veicolare visioni civiche per promuovere una maggiore coesione socio-culturale.

In conclusione, riteniamo essenziale formare fin da piccoli alla legalità come valore irrinunciabile che unisce responsabilità individuale e giustizia sociale. Con “Leggere la Legalità”, É Fatto Giorno APS aspira a contribuire alla creazione di una comunità in cui diritti e doveri siano condivisi da tutti, promuovendo un futuro in cui la legalità è un faro luminoso che guida ogni passo.

Per ulteriori informazioni e partecipazione, vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti su www.festivalperlalegalita.it , sui canali social Facebook e Instagram

Il progetto “Leggere la legalità” è finanziato dalla Regione Puglia con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Si è conclusa con «promesse di umanità» la dodicesima edizione del “Festival per la legalità”

Si è conclusa con «promesse di umanità» la dodicesima edizione del “Festival per la legalità” organizzato dall’associazione “È fatto giorno aps” nell’area agreste di “Alle S.E.R.R.E.”. La presentazione del libro “PARLAMI DENTRO. Oltre il carcere. Lettere di (R)esistenza” si è rivelata un abbraccio caloroso attraverso cui calarsi «nell’inferno degli altri», mostrando empatia nei confronti dei detenuti, quali uomini e donne che possono ricostruirsi mediante l’espiazione della pena.

In controtendenza rispetto all’attuale amaro sentire di massa che vorrebbe «buttare la chiave e far marcire in carcere», l’autrice Marilù Ardillo, ben stimolata dalle domande di Alessandro Cobianchi, direttore del CSV San Nicola di Bari, ha desiderato creare delle connessioni che possano unire in una dimensione comunitaria, con la forma di una sorta di dialogo epistolare totalmente scevro di pregiudizi.

Il progetto è nato dall’idea di raccogliere lettere scritte da persone comuni e rivolte ai reclusi nelle case circondariali senza che si conoscesse l’identità dei condannati. Si è sperimentato, così, un gesto narrativo che, all’apparenza desueto, ha catturato la curiosità: sono, infatti, pervenute tantissime missive che descrivono uno spaccato di società molto ampio. A interloquire, seppure indirettamente, con coloro che vivono situazioni di forti restrizioni sono stati componenti della collettività di età compresa fra i dieci e i novantaquattro anni, di estrazione, orientamenti e provenienza diversi, come, ad esempio, suore, transgender e insegnanti.

«Nel volume sono state messe nero su bianco le riflessioni interiori di una fascia di mondo. Attraverso la scrittura, si è parlato non solo dentro le celle, ma anche dentro se stessi», ha commentato Ardillo, illustrando come la lettera rappresenti un «patto di fiducia» a cui ciascuno scrivente affida la propria finestra di esistenza. «La stesura di una epistola rappresenta un atto intimo di donarsi in piena libertà. Peraltro si tratta di un’azione unilaterale, poiché non è detto che si riceva una risposta».

Il testo è destinato innanzitutto agli “ospiti” degli istituti penitenziari, ma può essere acquistato, e magari regalato, per diffondere a quanti più soggetti possibili il verbo per cui il reo non può essere considerato soltanto come un «reato che cammina». Il ricavato delle vendite sarà devoluto in beneficenza per proseguire, tra l’altro, anche con i progetti educativi della Fondazione Vincenzo Casillo, in modo da rammentare sempre che «varcare la porta del carcere non deve far dimenticare che lì dentro ci sono delle persone che esistono».

Si tratta, dunque, di un’opera corale che sollecita dei palpiti emotivi. Per la selezione delle centinaia di lettere spedite, Ardillo ha spiegato che sono state pubblicate quelle che risultano «più universali e più chiare possibili», dimodoché il loro messaggio di solidarietà possa giungere a quanti più lettori. Diversamente dai costumi odierni in cui si è soliti registrare dei video brevi e talvolta sfacciati da divulgare sui social network, la lettera, al contrario, custodisce un pudore silenzioso che asseconda i ritmi lenti della reclusione.

«Tu al momento sei recluso, ma ti auguro che il tuo cuore rimanga aperto. Trova il tuo senso; esiste un senso in ciascuna vita. Non si è mai in ritardo per cercare il bene per se stessi. Gli errori non definiscono le persone in maniera definitiva: conta pure quello che le persone fanno dopo gli sbagli, finanche quelli più grossi», sono soltanto alcuni degli stralci epistolari interpretati dall’attore Michele Altamura che con una lettura cristallina ha dato voce all’inchiostro che solca le pagine redatte da un gruppo di cuori e menti che si è speso per il prossimo, seppure sconosciuto, in un’ottica di solidarietà e supporto affettivo.

Si auspica, dunque, che la permanenza in carcere attivi in ogni individuo un processo di elaborazione, cosicché il buio dietro le sbarre possa trasformarsi in una risorsa: la presa di consapevolezza dei misfatti commessi può indurre il soggetto, attraverso un adeguato percorso di rieducazione, ad assumere condotte sane e oneste una volta rilasciato nella società civile.

Il libro è uno spiraglio che restituisce tenerezza e fiducia a corpi e anime che talvolta sono stati segnati dalla depravazione, ma che in fondo aspirano a essere ascoltati e riconosciuti come essere umani. La formula impiegata dall’Ardillo si è diffusa nel contesto italiano, tanto che la casella di posta elettronica continua ancora oggi a ricevere delle lettere. «È mia intenzione che questo libro viva. Ravviso la magia del contatto che si può allargare esponenzialmente».

Carcere e Giustizia Riparativa, ultimo appuntamento del Festival 2023

Si avvia a conclusione la dodicesima edizione del “Festival per la legalità” con l’ultimo appuntamento incentrato sulla giustizia riparativa. Dopo aver dedicato ben due incontri a un’analisi approfondita di Don Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana, l’incontro di venerdì 29 settembre sarà dedicato alla rieducazione dei detenuti volta a favorire un loro reinserimento nella società.

La reclusione negli istituti penitenziari sarà al centro dell’evento che si terrà, a partire dalle ore 19, in Contrada Parco, nei pressi della strada provinciale Ruvo-Terlizzi, nello spazio “Alle S.E.R.R.E.” della cooperativa sociale Zorba. La presentazione del libro “PARLAMI DENTRO. Oltre il carcere. Lettere di (R)esistenza” (edizioni la meridiana) dell’autrice Marilù Ardillo sarà accompagnata da incursioni teatrali, con letture ad alta voce di estratti del volume, da parte dell’attore Michele Altamura. A dialogare con l’ideatrice e curatrice del testo sarà Alessandro Cobianchi, direttore del CSV San Nicola di Bari.

Porteranno i propri saluti Cardenia Casillo, presidente della Fondazione Vincenzo Casillo, e Tommaso Parisi, referente di “EDURADIO&TV-TRANI”, progetto di “È fatto giorno aps”, in collaborazione con “Liberi dentro Eduradio&TV-Bologna” e sostenuto dall’Ufficio del Garante dei Detenuti della Regione Puglia.

In tale occasione, inoltre, sarà proposto un ventaglio di titoli di libri inerenti al tema, a cura di Gabriele Torchetti della libreria “Un Panda sulla Luna”.

L’iniziativa, che rientra nel cartellone “Da Barbiana alla giustizia riparativa”, è promossa con il patrocinio del Comune di Terlizzi e di Fondazione Vincenzo Casillo, la partecipazione di Fondazione Don Lorenzo Milani, la collaborazione della Cooperativa Zorba e la libreria suddetta. È, inoltre, parte del progetto “Leggere i Diritti – XII edizione Festival per la legalità”, organizzato dall’associazione “È fatto giorno aps” e realizzato con i fondi “Otto per Mille” della Chiesa Valdese.

Gli scatti della serata “100 Anni di Educazione all’accoglienza”

Sabato 23 settembre 2023, nell’ambito della XII Edizione del Festival per la Legalità a Terlizzi (Ba), l’associazione É Fatto Giorno APS ha avuto l’onore di ospitare la Fondazione Don Lorenzo Milani per un incontro con la cittadinanza dal titolo “100 Anni di Educazione all’accoglienza”, insieme al Vice Presidente della stessa Fondazione Dott. Lauro Seriacopi ed alla presenza del Dott. Francesco Messina, Consigliere della Corte d’Appello di Lecce. La comunità terlizzese ha potuto celebrare il centenario della nascita di Don Lorenzo Milani in un’ottica trasversale, confrontandosi sul diritto fondamentale all’istruzione. Con l’incontro si è cercato di ricostruire la vita di Don Milani con un taglio maggiormente istituzionale ed educativo, coniugando spunti di chi quotidianamente diffonde il messaggio dei suoi insegnamenti e visioni giuridiche. D’ispirazione invece l’intervento ovvero l’impegno di Adriana Latti, tutor del progetto sCOOLFOOD promosso da Fondazione Vincenzo Casillo. Grazie ai graditissimi ospiti è stata proposta un’analisi a tutto tondo, volta a proporre il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale sotto molteplici lenti d’ingrandimento.

“Don Milani, 100 anni di Educazione all’Accoglienza”

La sessione settembrina del “Festival per la legalità”, giunto alla dodicesima edizione e rientrante nel cartellone dell’estate terlizzese, continua a concentrarsi sulla figura di Don Lorenzo Milani con un apposito convegno all’interno della Pinacoteca Michele de Napoli, in Corso Dante n. 6.

Il secondo focus sul progetto educativo del sacerdote e pedagogo sarà, infatti, sviscerato domani, sabato 23 settembre, a partire dalle ore 18.30. “Don Milani, 100 anni di Educazione all’Accoglienza” è, difatti, il nome assegnato all’evento, cui prenderanno parte ospiti dalla riconosciuta sensibilità: Lauro Seriacopi, vicepresidente della Fondazione Don Lorenzo Milani – Barbiana, il giudice Francesco Messina, Consigliere alla Corte d’Appello di Lecce, Adriana Latti, Tutor del progetto sCOOLFOOD di Fondazione Vincenzo CasilloFondazione Vincenzo Casillo. Modererà la già Assessora alla cultura, Ornella Rutigliani, docente.

Sono, quindi, due gli appuntamenti dedicati al presbitero, dimodoché la comunità terlizzese possa celebrare il centenario della sua nascita in un’ottica trasversale, confrontandosi sul diritto fondamentale all’istruzione e alla frequenza scolastica. Con l’incontro di questo weekend si cercherà di ricostruire la vita di Don Milani con un taglio maggiormente istituzionali ed educativi, coniugando spunti di chi quotidianamente diffonde il messaggio dei suoi insegnamenti e visioni giuridiche.

Un’analisi a tutto tondo, volta a proporre il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale sotto molteplici lenti d’ingrandimento. Sabato scorso, 16 settembre, la biscegliese CompagniAurea di Francesco Sinigaglia – APS ha offerto al pubblico presente nello spazio di Alle SERRE la conoscenza di Don Milani attraverso un’apprezzata chiave teatrale, facendo leva sugli aspetti più emozionali.

Il giovane regista Francesco Sinigaglia ha diretto un affiatato e preparato trio al femminile: le letture espressive di brani estratti da “Lettera a una professoressa”, interpretati con la giusta attenzione da Ilaria di Benedetto, alcune canzoni cult della storia italiana eseguite da una talentuosa diciannovenne Giorgia Tarantino e la conduzione professionale di Maria Grazia Baldini si sono rivelate una formula adatta per trasmettere al parterre l’opera di Don Milani.

Le parole in prosa e i versi in musica accuratamente selezionati hanno valorizzato quanto sia importante per un docente formatore prendersi cura dei suoi allievi, da considerarsi non come meri contenitori da riempire di nozioni, bensì come persone con proprie fragilità, ciascuna portatrice di una storia interessante da raccontare.

«Non siamo voti in pagella, non siamo numeri, non siamo soltanto promozioni», è uno dei messaggi tratti dall’impegno di Don Milani, «I picchi cambiano: si sbaglia e si cade, ci si rialza e si cresce».

L’iniziativa, che appartiene alla rassegna “Da Barbiana alla giustizia riparativa”, è promossa con il patrocinio del Comune di Terlizzi e di Fondazione Vincenzo Casillo, nonché la partecipazione di Fondazione Don Lorenzo Milani. È, inoltre, parte del progetto “Leggere i Diritti – XII edizione Festival per la legalità”, organizzato dall’associazione “È fatto giorno aps” e realizzato con i fondi “Otto per Mille” della Chiesa Valdese.

Gli scatti della serata “A Don Milani”

Sabato 16 settembre abbiamo ospitato la CompagniAurea di Francesco Sinigaglia – APS di Bisceglie, nel successo della rappresentazione teatrale dal titolo “A don Milani”, in una dedica al sacerdote, scrittore e insegnante, prodigatosi per la valorizzazione della dimensione della parola in materia di educazione.

Ringraziamo i presenti e Zorba Cooperativa Sociale per l’ospitalità.

Prossimo appuntamento Sabato 23 settembre con la Fondazione Don Lorenzo Milani.

Benedetta Tobagi vince il Premio Campiello per il libro “La resistenza delle donne”

La giornalista è stata ospite della nostra associazione a marzo 2023, appunto per presentare il suo scritto, una storia delle donne italiane nella Resistenza. A lei vanno le nostre congratulazioni per questo importante riconoscimento.

“Sono stata travolta da questo libro come un fiume. Ho la sensazione che queste donne mi abbiano portato a spalla fino qui, su questo palco. Vorrei dedicare questo premio prima di tutto alla memoria di queste donne straordinarie che hanno combattuto e non si sono girate dall’altra parte in un momento terribile”. Lo ha detto Benedetta Tobagi emozionatissima vincitrice del Premio Campiello 2023. “lo dedico – ha aggiunto – a tutte le altre persone che resistono in Italia, nel mondo, nei contesti di lavoro e che cercano di far sentire la propria voce per se stesse e le altre donne” ha aggiunto la scrittrice.

“A Don Milani” Letture ad alta voce con CompagniAurea

Si avvia domani, sabato 16 settembre, la seconda parte della dodicesima edizione del “Festival per la legalità”, dedicando il primo dei tre appuntamenti alla figura di Don Milani, sacerdote, scrittore, insegnante e pedagogista prodigatosi per la valorizzazione della dimensione della parola in materia di educazione.

“A Don Milani” è, infatti, il tributo che sarà messo in scena dalla CompagniAurea con la regia di Francesco Sinigaglia. La performance vedrà impegnate Maria Grazia Baldini alla conduzione, Ilaria di Benedetto in veste di lettrice e Giorgia Tarantino come cantante. Saranno alternati letture ad alta voce e canti, così da ripercorrere con un taglio teatrale l’intera vita del presbitero.

«Don Milani insegnava ai suoi ragazzi a prendersi cura del mondo, evidenziando che solo insieme si esce dai problemi», dichiara il gruppo di artisti che sottolinea il valore dell’altruismo nel tendere una mano al prossimo, «“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio”, soleva affermare lo stesso Don Milani».

L’evento, a ingresso gratuito, si terrà in Contrada Parco, all’interno dello spazio campestre di “Alle S.E.R.R.E.” a partire dalle ore 19. Porterà i suoi saluti Daniela Zappatore, Assessora alla cultura di Terlizzi. Sarà presente anche Marina Santeramo, titolare della libreria “Le città invisibili”, per illustrare un ventaglio di volumi aderenti alle tematiche sviscerate.

L’iniziativa, che rientra nel cartellone “Da Barbiana alla giustizia riparativa”, è promossa con il patrocinio del Comune di Terlizzi e di Fondazione Vincenzo Casillo, la partecipazione di Fondazione Don Lorenzo Milani, la collaborazione della Cooperativa Zorba e la libreria suddetta. È, inoltre, parte del progetto “Leggere i Diritti – XII edizione Festival per la legalità”, organizzato dall’associazione “È fatto giorno aps” e realizzato con i fondi “Otto per Mille” della Chiesa Valdese.

Da Barbiana alla Giustizia Riparativa. A settembre torna il Festival per la Legalità

Festival per la Legalità settembre 2023

Prosegue la XII edizione del “Festival per la legalità” con la tranche settembrina che fa seguito ai quattro incontri dello scorso giugno. “Da Barbiana alla giustizia riparativa” è il tema conduttore degli ulteriori tre appuntamenti del mese in corso, i quali si focalizzeranno sul valore dell’istruzione e sulla pena detentiva da espiare all’interno del carcere.

L’associazione “È fatto giorno aps” si è, così, prodigata con l’organizzazione di ben sette serate culturali che rientrano nel cartellone dell’estate terlizzese, offrendo alla cittadinanza l’approfondimento di figure emblematiche che si sono votate alla cura della società. Non solo convegni, ma anche teatro, affinché il pubblico possa apprezzare la portata degli argomenti scelti attraverso diverse prospettive.

A cento anni dalla sua nascita, sarà realizzato un corposo tributo alla persona di Don Lorenzo Milani, il quale, nel corso del Novecento, è stato promotore dell’educazione dei giovani appartenenti ai ceti più disagiati, con un metodo considerato innovativo e radicale.

Si comincia, infatti, sabato 16 settembre, a partire dalle ore 19, all’interno dello spazio “Alle S.E.R.R.E.” in Contrada Parco. “A Don Milani” è la dedica al sacerdote che sarà estrinsecata con un format teatrale. Il parterre ascolterà delle letture ad alta voce grazie all’intervento artistico della CompagniAurea sotto la regia di Francesco Sinigaglia: andranno in scena Maria Grazia Baldini alla conduzione, Ilaria di Benedetto in veste di lettrice e Giorgia Tarantino come cantante. Porterà i suoi saluti Daniela Zappatore, Assessora alla cultura di Terlizzi. Sarà presente anche Marina Santeramo, titolare della libreria “Le città invisibili”, per illustrare un ventaglio di volumi aderenti alle tematiche sviscerate.

Il secondo focus sul progetto educativo del presbitero e docente sarà analizzato in un convegno apposito sabato 23 settembre, all’interno della pinacoteca “Michele De Napoli”, in Corso Dante n. 6. Dalle ore 18.30, ci si concentrerà su “Don Milani, 100 anni di Educazione e Accoglienza”. Saranno ospiti Lauro Seriacopi, vicepresidente della fondazione Don Lorenzo Milani, e il giudice Francesco Messina, Consigliere alla Corte d’Appello di Lecce. Modererà la già Assessora alla cultura Ornella Rutigliani, docente.

Parlami dentro. Oltre il carcere: lettere di (r)esistenza

Da ultimo, un nuovo momento artistico è previsto per venerdì 29 settembre con un orizzonte sulla reclusione negli istituti penitenziari. Dalle ore 19, nell’area di “Alle S.E.R.R.E.” in Contrada Parco, si terrà la presentazione di “PARLAMI DENTRO. Oltre il carcere. Lettere di (R)esistenza”, edizioni la meridiana. Ai saluti di Cardenia Casillo, presidente della Fondazione Vincenzo Casillo e Tommaso Parisi referente progetto “EDURADIO&TV-TRANI”, progetto di É Fatto Giorno APS in collaborazione con “Liberi dentro Eduradio&TV Bologna” e sostenuto dall’Ufficio del Garante dei Detenuti della Regione Puglia. Ospite Marilù Ardillo, ideatrice e curatrice del libro di Edizioni la Meridiana. L’attore Michele Altamura interpreterà ad alta voce alcuni estratti del volume. Anche in questa occasione sarà proposta un “carosello” di titoli e letture dedicate al tema, a cura di Gabriele Torchetti della Libreria “Un Panda sulla Luna”.

L’iniziativa è promossa con il patrocinio del Comune di Terlizzi e Fondazione Vincenzo Casillo, la partecipazione di Fondazione Don Lorenzo Milani, e la collaborazione della Cooperativa Zorba e le librerie già menzionate nel programma. L’iniziativa è parte del progetto “Leggere i Diritti – XII Festival per la Legalità” realizzato con i fondi “Otto per Mille” della Chiesa Valdese.

Addio al sociologo Domenico De Masi

L’associazione “È fatto giorno aps” dedica l’ultimo saluto al professor Domenico De Masi, scomparso alla venerabile età di ottantacinque anni nella giornata di sabato 9 settembre.
L’importante sociologo è stato un graditissimo ospite durante l’XI edizione del “Festival per la legalità”, quando il 18 ottobre 2022, all’interno di una gremita pinacoteca De Napoli, ha relazionato sul suo saggio “La felicità negata”.
Si ricorda con estremo piacere la corposa dissertazione, una vera e propria «lectio magistralis» sulle trasformazioni della società.
Accogliamo l’idea alla base del suo pensiero: dedicarsi alla cultura è uno dei rimedi salvifici per rendere le proprie giornate dense di contenuto nelle ore in cui non si è impegnati con le mansioni lavorative.

Chiusura del “Festival per la legalità” con l’impegno civico di Giuseppe Antoci e Paolo Borrometi

«Bisogna attivare la scelta, nel senso di scegliere da che parte stare» è la frase chiave del quarto incontro della dodicesima edizione del “Festival per la legalità” che lo scorso mercoledì, 28 giugno, ha visto interfacciarsi col pubblico due testimoni di legalità, di origine siciliana, fra i più scortati d’Italia: Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi in Sicilia, e il giornalista d’inchiesta Paolo Borrometi. Ogni giorno fanno i conti col mettere a rischio la propria vita pur di contrastare a voce alta la mafia: nonostante gli attentati dai quali sono miracolosamente usciti indenni, affermano in maniera assertiva che «Noi non rallentiamo i nostri movimenti. Continuiamo a girare. Raccontiamo chi sono loro e chi siamo noi, non lasciandoci terrorizzare dal fare nomi e cognomi».

La missione di Antoci e Borrometi è quella di gettare semi di speranza, affinché possano crescere radici in un terreno di valori. «La mafia si batte con i valori e non soltanto con le manette». Centrale il sentimento di paura che appare quale altra faccia della medaglia del coraggio: Antoci e Borrometi condividono telefonate notturne in cui piangono, poiché si sentono reciprocamente accolti e capiti quando le intimidazioni si fanno feroci.

Borrometi spiega che ci sono tre modi per annientare l’esistenza di un uomo: attraverso le minacce, isolandolo con le diffamazioni e uccidendolo fisicamente. Se la morte fisica, però, avviene soltanto una volta, al contrario quella del proprio “io interiore” accompagna in ogni istante. «Un altro modo per morire è guardarsi allo specchio e sentirsi sporco. Il perno ruota intorno al “cosa vuoi fare di te stesso”», chiosa Antoci che con decisione asserisce che «Chi fa l’amministratore lo deve fare con la schiena dritta».

Per quanto siano importanti per il loro denso valore simbolico, le commemorazioni vanno supportate da azioni concrete grazie a valide normative. Il “Protocollo di legalità Antoci” ha valenza nazionale, poiché è stato inserito nel Codice Antimafia: la stesura del testo legislativo è costata cara ad Antoci, che ha visto sottoporre pure le sue figlie a importanti misure di sicurezza a tutela della loro integrità.

«La vera rivoluzione sta nel metterci la faccia, persino nell’estremo sacrificio», osserva Borrometi che, tuttavia, retoricamente chiede, «In questo Paese per fare il proprio dovere, bisogna per forza correre il rischio di venire ammazzati?». Si rende necessario, dunque, addestrarsi a «una coscienza che lotta». Le vittime dei morti di mafia sono assetate di verità e non di vendetta: vogliono comprendere gli oscuri meccanismi che hanno depistato dal giungere a risposte certe e incontrovertibili.

La vivace e combattiva verve di Antoci e Borrometi ha catalizzato l’attenzione del pubblico: è dirimente godere di «credibilità», cosicché anche l’uditorio possa maturare dentro di sé la consapevolezza di dover contribuire allo smascheramento dei sistemi anti-Stato e al miglioramento della società. «Se perdiamo pezzi di Paese, li regaliamo a loro. Facciamo parte di una grande squadra che è lo Stato».

Il dialogo è stato ulteriormente arricchito dall’intervento di Don Ciro Miele, teologo e giornalista, che si definisce un «prete volutamente fuori dalle righe». La sua dissertazione, effettivamente, è stata connotata da tratti innovativi: obiettività e spirito critico hanno colto aspetti delle condotte del clero non sempre in sintonia con i principi sbandierati.

«Occorre chiedere perdono per i peccati di omertà commessi dalla Chiesa. Talvolta il potere religioso ha utilizzato la paura per indurre alla sottomissione», evidenzia senza timore Don Ciro che annovera anche un’esperienza accademica come docente di teologia fondamentale ed ecumenismo.

Per Don Ciro diventa una prerogativa «riscoprire la bellezza dell’uomo e innamorarsi dell’umanità nella normalità della vita». Egli, peraltro, si sente «meno mosca bianca» grazie all’unica figura che, ad oggi, parrebbe essere quella più rivoluzionaria, Papa Francesco.

Comunicato “Amministratori sotto assedio”

Si concluderà mercoledì prossimo, 28 giugno, la XII edizione del “Festival per la legalità” con il quarto appuntamento dedicato ad “Amministratori sotto assedio”: ci si focalizzerà sulla crescente preoccupazione nei confronti delle istituzioni pubbliche che talvolta subiscono incursioni dalla criminalità organizzata.

L’associazione terlizzese “È fatto giorno aps” ha organizzato per il pubblico un incontro di alto taglio culturale attraverso l’analisi di questioni estremamente attuali. Nella sala conferenze della pinacoteca “Michele de Napoli” saranno ospiti figure di spessore che quotidianamente affrontano a testa alta le brutture mafiose, non lasciandosi intimidire da minacce o attentati perpetrati ai loro danni.

Il cuore pulsante per la legalità appartiene, innanzitutto, a Giuseppe Antoci, già presidente del Parco dei Nebrodi in Sicilia, e autore del libro, insieme al giornalista Nuccio Anselmo, “La mafia dei pascoli. La grande truffa all’Europa e l’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi” (ed. Rubbettino). Con coraggio e determinazione, ha contrastato col supporto delle istituzioni le organizzazioni criminali che, con metodi apparentemente legali, sfruttavano a proprio vantaggio le leggi agricole e i contributi dell’Unione Europea, appropriandosi così di numerosi ettari di terreno. Con l’ausilio di specialisti, Antoci ha steso il “Protocollo di legalità”, confluito poi nel nuovo Codice Antimafia, volto a impedire, tra gli altri aspetti, l’uso di false autocertificazioni antimafia.

Non si sono fatte attendere le ritorsioni da parte dei clan che hanno comportato per Antoci la necessità di vivere sotto scorta. Le misure di protezione si sono rivelate necessarie anche per Paolo Borrometi, giornalista d’inchiesta e scrittore. Il suo ultimo libro, pubblicato nel 2023, “Traditori. Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana” (ed. Solferino), si può definire “amaro e coraggioso”, poiché si concentra sulle verità nascoste, i depistaggi e le connessioni tra la malavita e alcuni settori dello Stato italiano: dallo sbarco in Sicilia nel 1943 fino ai tempi moderni, con particolare attenzione al boss Matteo Messina Denaro, arrestato dai Carabinieri del Ros lo scorso marzo dopo trent’anni anni di latitanza.

Don Ciro Miele, infine, teologo e giornalista, condividerà la sua esperienza di ventotto anni di sacerdozio, discutendo del ruolo dell’etica e della morale nel contrastare l’influenza della mafia e della corruzione nelle pubbliche amministrazioni. Attualmente opera a Caselvecchio, un paese di quasi duemila abitanti nell’entroterra foggiano.

L’evento, che comincerà dalle ore 19, sarà moderato dalla giornalista Cinzia Urbano.

L’iniziativa è stata promossa con il patrocinio sia del Comune di Terlizzi sia della Fondazione Vincenzo Casillo e realizzata con i fondi “Otto per Mille” della Chiesa Valdese.

Rocco Scotellaro al centro della due giorni del “Festival per la legalità”

Nel doppio anniversario del centenario della sua nascita e del settantesimo anno della sua morte, la XII edizione del “Festival per la legalità” ha omaggiato con due eventi tra loro complementari la breve e intensa esistenza di Rocco Scotellaro«mentore» dell’associazione “È fatto giorno aps”.

Il convegno in pinacoteca “Michele de Napoli” e la performance teatrale nella campagna “Alle S.E.R.R.E.” della cooperativa sociale Zorba hanno approfondito a tutto tondo la figura di un giovane uomo originario di Tricarico, piccolo paese della Basilicata, che condensava al proprio interno la figura dell’intellettuale, del politico e del letterato.

La due giorni scotellariana ha attratto nella platea curiosi e personalità di rilievo, giunti anche dall’hinterland di Ruvo, Andria, Bisceglie e Trani. Una sorta di «festa civile», dunque, con una immersione totale nelle attività e nei pensieri di Scotellaro che hanno consentito di apprezzarne gli alti valori e di catturarne lo stato di umiliazione che ha dovuto affrontare.

Marco Gatto, ricercatore di filologia all’università della Calabria, e Alessandra Pigliaru, giornalista de “Il Manifesto”, nella serata di sabato 17 giugno, hanno tentato di «ripoliticizzare» la persona di Scotellaro, ossia «ristoricizzarla», emancipandolo dall’icona del mero poeta-contadino per restituire la sua militanza in tutta la sua complessità. La ricostruzione della vita di Scotellaro ha subito negli anni alti e bassi, a momenti di studio sono seguiti periodi di oblio. Ad oggi, invece, attraverso visite nei diversi archivi italiani, ci si sta spendendo per un lavoro di sistematizzazione degli scritti ancora inediti e della numerosa corrispondenza con emblemi del Novecento.

Nato nel 1923 da Francesca Armento, scrivana e sarta, e Vincenzo Scotellaro, calzolaio, Rocco ha frequentato tre licei classici, a Matera, a Potenza, e a Trento. A vent’anni ha scritto il suo primo romanzo breve, “Uno si distrae al bivio”, mostrando tecniche di scrittura del modernismo europeo che aspiravano a dotarsi di una propria autonomia. A soli ventitré anni, nel 1946, Rocco da candidato del partito socialista di unità proletaria ha vinto le elezioni amministrative, così da indossare la fascia tricolore di Sindaco di Tricarico.

Con una comunicazione efficace ed efficiente, Marco Gatto, alla prima presentazione del suo saggio a Terlizzi – “Rocco Scotellaro e la questione meridionale. Letteratura, politica, inchiesta” (Carocci editore) – ha sottolineato come sia necessario scindere la vita di Scotellaro in due tronconi. Il primo è quello che precede la sua vita da amministratore tricaricese: il giovane Rocco si è formato negli anni del fascismo, avvicinandosi agli ideali delle strategie della Resistenza. Ad appena vent’anni era già un intelletttuale compiuto: quando nel 1942 è tornato a Tricarico dopo aver studiato fuori la Basilicata, segnato pure dalla scomparsa del padre, ha deciso di istituire un rapporto con le classi meno abbienti, accorciando la forbice tra il suo essere colto e le fasce disagiate, senza però incorrere nel populismo.

Scotellaro non è stato affatto uno sprovveduto, ma si è rivelato consapevole delle sue scelte che lo hanno condotto a interloquire con i poveri, gli oppressi e i contadini. «Gli intellettuali devono sedere al tavolo della storia, devono dare un contributo senza paternalismi. Anche le masse popolari hanno una loro cultura: gli intellettuali devono avere il ruolo di mediatori, permettendo l’ingresso dei contadini nella storia», è la riflessione di Gatto, il quale esalta in maniera obiettiva la capacità di ascolto di Scotellaro, la sua comprensione del fatto che ogni contadino è diverso dall’altro, «Il mondo contadino non è un blocco marmoreo, ma è una somma di identità. La risoluzione dei suoi problemi necessita di dedizione e non solamente di categorie poetiche».

Scotellaro si è cimentato in vere e proprie inchieste, volte alla comprensione dei luoghi che, a loro volta, sono diventati presupposti di autoverifica. «Stare dalla parte dei vinti. Le rivoluzioni si fanno per i morti. Rocco ha tentato di ricomporre l’estrema differenza geografica e fisica, distinguendo peraltro tra questione dei contadini e questione bracciantile».

Il secondo troncone della vita di Scotellaro è quello che va dal 1946 in poi, dal suo essere Sindaco, al carcere fino alla morte. Come primo cittadino, Rocco ha realizzato principalmente tre aspetti del suo programma politico: puntare all’alfabetizzazione radicale di tutti gli abitanti di Tricarico, istituire un consiglio di quartiere e preoccuparsi della sanità pubblica con la costruzione di un ospedale civile. Nel dopoguerra, infatti, si moriva sopratutto di malaria e tubercolosi e il nosocomio più vicino si trovava a Matera, a circa settanta chilometri.

Per la sua ottima conoscenza del greco, Scotellaro era soprannominato «il grecista di Tricarico». La massa popolare riconosceva in lui una personalità culturalmente elevata, ma non per questo il dialogo era negato. Scotellaro è riuscito a superare il luogo comune per cui l’intellettuale si circoscrive a una dimensione astratta che poco ha a che fare con la realtà concreta.

Nella quotidianità di Scotellaro è centrale il ruolo della mamma Francesca Armento con la quale si era instaurato un rapporto a tratti conflittuale. È stata una donna forte e acculturata rispetto al suo ambiente di estrazione: da scrivana, scriveva con altruismo per gli altri, cioè per far comunicare i compaesani con i cari partiti in guerra o i lavoratori nelle miniere. Lo stretto legame tra madre e figlio è stato ben sviscerato nello spettacolo teatrale Rocco Scotellaro – Sulla mia terrazza il cielo era immenso”: titolo estratto dal romanzo di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”.

La pièce è stata già portata in scena anche ad agosto 2022 ad Aliano, nei pressi della casa di Levi, durante una delle giornate del “Festival della paesologia” del poeta Franco Arminio. «Attraverso la performance di Fracesco Siliberto, nelle vesti di Rocco Scotellaro, e di Roberta Marini, nei panni della madre Francesca Armento, abbiamo cercato di rimettere al centro dell’attenzione la questione meriodinale, in modo da attualizzare le tematiche e ambire al riscatto del Sud», commenta Diego A. Dantes che si è occupato della stesura dei testi sotto la regia di Antonio Duma.

Per trasmettere lo spirito coraggioso di Rocco e il dolore inaffievolibile della madre per aver perso il figlio a soli trent’anni, sono stati letti in fase di preparazione una ventina di libri, da cui si è evinta una corposa produzione nella letteratura, inchiesta, saggistica e diaristica. «Rocco era buono, bravo, caritatevole. Tutto il popolo l’ha pianto. Lui è andato a godere l’altro mondo», è uno stralcio del soliloquio dell’attrice nell’interpretare Francesca Armento.

Dopo aver patito quarantacinque giorni di carcere per i reati di truffa, corruzione e associazione a delinquere, Rocco Scotellaro è stato assolto con formula piena per l’infondatezza dei capi d’accusa. Anche nella sua relazione con i detenuti, ha svolto il ruolo di «mediatore», cogliendo a pieno l’umanità che si cela dietro ogni misfatto. La detenzione ha segnato la vita di Rocco: si è allontanato dalla vita politica, non rinunciando però all’essere solidale verso chi viene abbandonato nelle retrovie.

Stroncato da un infarto, Scotellaro non ha potuto portare a termine le sue opere di scrittura, non riuscendo nemmeno a esprimere tutto il restante potenziale che aveva da offrire. Ad oggi, lo si ricorda anche per aver reinterpretato il tema della «subalternità del Meridione». Lo evidenzia Pasquale Vitagliano, presidente di “È fatto giorno aps”, «L’insegnamento è riscoprire l’identità meridionale, con l’auspicio di uscire dal provincialismo e dal sentirsi subalterni. Noi del Meridione possiamo fare rete».

Un omaggio è stato rivolto da Lina Scotellaro, nipote di Rocco, che è intervenuta con una telefonata nel corso del Festival. «Capiterà l’occasione di venire a Terlizzi per salutare tutti gli amici che si ispirano a mio zio. Mia nonna Francesca è stata una donna meravigliosa: grazie a lei siamo cresciuti con le idee di zio Rocco che sono tuttora attuali. L’abbiamo sempre ricordato come “una grande pulce rossa”, per il colore dei suoi capelli».